In una pagina di un sito personale, spesso viene voglia di metterci le cose che in qualche modo hanno segnato la propria vita, è un modo psicotico di riviverla purgata dalla sofferenza del reale ed edificata come l'immagine di se.
Il narcisismo diventa ridicolo e grottesco, perchè il valore che ognuno da alle sue cose è sempre enormemente superiore a quello che gli darebbero gli altri. Con la coscienza di fare ciò che sarebbe meglio non fare, ho finalmente deciso di mettere in rete una delle mie produzioni più corpose, quella dei disegni. Le cose in comune che essi hanno sono il privilegiare la biro, nei colori nero e blu, privilegiare come supporto dei block-notes o comunque carta usata da un lato, i primi disegni sono su volantini ciclostilati del liceo. Il motivo risiede nella coscienza del loro valore nullo e nella necessità di sapere che posso essere completamente libero di "sprecare" il foglio, e non essendo possibile "corregere" la penna se non rivedendone la forma, questo mi obbliga ad una certa prudenza nel segno, a volte maniacale, molto più spesso violento ed immediato.
Segni particolari
Qualcosa si può scrivere.
Anche se restano segni.
Della libertà, ma non quella individuale, quella di tutti, che sono uomini e non conoscono la strada.
Ci si perde non per ritrovarsi, ma per conoscere. La strada la vedi davanti è vero, ma ne scorgi solo un frammento, sai che c'è ancora, lo supponi, ma solo se l'hai già percorsa sai dove ti porta. La tua vita non l'hai mai percorsa prima.
Il segno nasce, non casualmente, perchè è dentro di te chissà da quanto tempo.
Poi finalmente lo vedi, nero su foglio bianco di fronte a te e inizi a capire, non tutto, solo quel pezzo di strada che c'è subito dopo.
L'improvvisazione è tecnica, è finzione, è una collana di clichè. Il mio segno è o vuole essere curvo, pulito ma curvo. Poi si sogna la linea retta, che continua ad andare per la sua infinita strada, e la si suppone proseguire oltre il foglio. Ma si sa che così non è.
Crediamo tutti paradossalmente all'immortalità. Ci serve sognarla. E' indispensabile per poter continuare a lasciare segni sul foglio, come se fossero conseguenti ed al tempo stesso precedenti. Li si vuole necessari, giustificati, come i passi della nostra vita, li ricordiamo tutti e li ricalchiamo con la memoria, perchè ci piace riviverli e vederli più scuri, neri e più chiari alla percezione presente. Alla fine del disegno possiamo guardare le orme dei nostri passi, ne valutiamo l'insieme, ne scorgiamo il disegno, la forma, il significato.
Ma la forma ed il significato non c'è: restano segni, spauriti, prudenti, inanellati, senza senso, almeno senza un senso diverso da quello che di volta in volta, di persona in persona, di sguardo in sguardo noi gli vogliamo, quasi costretti, dare.
INDICE RACCOLTE [504 disegni]
1975-77 (44 disegni biro nera, blu, rossa, carta formato da 5x5cm a A4)
1978 (95 disegni su retro di volantini ciclostilati, carta quadretti e block-notes by Franz Di Nicola)
1978-79 (56 disegni su block-notes rettangolare stretto)
1979 (71 disegni con tecniche e supporti vari)
1979-80s (27 disegni e un quadro a tempera)
1981-88 (41 tra disegni, quadri, performance e bozzetti in tecniche miste e supporti vari)
1989 (20 disegni in B/N e colore su block-notes rettangolari larghi)
1990-91 (29 disegni su supporti diversi, B/N e tricromie)
1992-95 (44 disegni su block-notes inchiostro nero e blu)
1995-96 (18 disegni tecniche vari - Trani-BA)
1995-04-09 "12 ovuli pasquali" (12 disegni ed un bozzetto generale)
2006 (37 disegni su carta, B/N e tricromie)
2006-11-08 "Tutto quello che voglio" (9 disegni B/N)
2008 (in preparazione)