(Intervento nel Collegio Docenti del Conservatorio di Campobasso del 4 marzo 2010)
Cari colleghi,
ho preferito scrivere questo intervento perchè voglio evitare il rischio di cadere nella trappola delle emozioni da oratoria in un momento nel quale è necessaria la massima serenità possibile.
Per leggere e comprendere la nostra situazione individuale, degli studenti iscritti e di quelli interessati a farlo, del personale ATA, dei supplenti , dei colleghi in ruolo ad esaurimento e dei direttori, dobbiamo allargare lo sguardo alla realtà nazionale.
Il sistema politico sorto dalle ceneri del secondo conflitto mondiale, si è ispirato a principi democratici che fondandosi sulla molteplicità di istituzioni di controllo, ha garantito abbastanza efficacemente che si evitasse il restauro di una dittatura fascista e l'instaurarsi di una comunista. Tutto questo a prezzo di un accrescersi continuo di regole e di tempi umanamente insopportabili, specie se rapportati alla rapida evoluzione sociale e tecnologica. La corruttibilità, tanto della burocrazia sovietica come di quella dei paesi liberal-democratici ha portato entrambe le esperienze a marcire sotto i nostri occhi.
A parte un brevissimo periodo di prudenza, causato dall'esplosione di tangentopoli, subito si è rinsaldato il tessuto clientelare sul quale è basato il sistema politico liberal-democratico. Chiunque, delle belle menti che pur esistono in questo paese, si è avvicinato alla politica amministrativa e parlamentare, ha capito che se voleva influire in qualche modo, avrebbe dovuto sporcarsi le mani, allearsi con gli impresentabili, chiudere entrambi gli occhi e le orecchie e tapparsi il naso di fronte al malaffare e al voto di scambio financo piegarsi alle ingerenze della malavita organizzata e della chiesa cattolica.
Con l'ingresso in campo del maggiore imprenditore dell'informazione questa situazione totalmente marcia del sistema di potere è stata presa in mano da un sol uomo ai suoi propri fini di imprenditore, ovvero il profitto personale, nella diffusa e, dal punto di vista del sistema elettorale, maggioritaria convinzione liberista che il perseguimento del profitto personale generi automaticamente un arricchimento diffuso.
La crisi economica mondiale, causata da persone che perseguivano il profitto personale basato, viceversa, sull'impoverimento diffuso, ovvero sulla speculazione sui debiti, ha puntualmente scoperchiato la fragilità di un sistema basato sul profitto, ed ha costretto il mondo intero a soccorrere il povero capitalismo malato, ammalato di falsa ricchezza.
Quello che differenzia la situazione italiana dal resto del mondo è la presenza a capo del governo del maggiore imprenditore dell'informazione, che è così in grado di gestire direttamente ed indirettamente il flusso di informazioni riguardanti la realtà delle cose.
Il legame fortissimo che lega la realtà delle cose alla sua percezione con influenze reciproche, si fonda sull'impossibilità di avere un esperienza diretta e continua di tutta la realtà degli avvenimenti, potendo toccare con mano solo quello che è qui ed ora. E' per questo che ritengo gravissimo ed inaccettabile che chi detiene il potere esecutivo detenga in massima parte anche quello informativo ed economico.
In questo periodo di vacche magre, probabilmente molto più magre di quello che ci dicono con questa informazione truccata, il potere, in tutte le sue componenti nazionali e locali, senza troppe distinzioni, in quanto anche le minoranze politiche vengono puntualmente interpellate e foraggiate al fine di preservare il sistema, ha continuato la democratica spartizione dei soldi pubblici con i propri referenti elettorali, tagliando fondi a tutti quei rami improduttivi di consenso, come la sanità la cultura l'istruzione e le forze dell'ordine: tutte le fondamentali priorità della coesistenza sociale, prime ad essere chiamate in causa nei programmi elettorali e le prime a cadere sotto la mannaia.
Sia chiaro che detti fondi risparmiati servono ad alimentare la cassa destinata ai propri referenti politici, ovvero a tutte le concorrenti istituzioni private e non a ridurre l'indebitamento pubblico, che continua a crescere inesorabile.
Nell'attuale situazione di crisi economica, a tutti i ministeri è stato impartito l'ordine di tagliare le spese. Il nostro ministero competente ha individuato nella passata riforma delle scuole primarie, un modo efficace di fare cassa, sopprimendo cattedre, sperimentazioni e assistenze, in definitiva riducendo il servizio di formazione, altri ministeri hanno bloccato il turn-over e le nuove assunzioni. Adesso è il turno delle secondarie, dell'università e dei conservatori. I docenti universitari seduti in parlamento hanno bloccato il loro ridimensionamento. Di professori di Liceo ce n'è pochi, di musicisti nessuno. E' quindi arrivato il nostro turno, c'è questa buona legge 508 da mandare in porto, insieme ad altri obblighi di adeguamento europeo ed è un ottima occasione per dirottare fondi dall'istruzione musicale a qualche ponte sulla faglia tettonica o centrale nucleare.
Sia ben chiara una cosa, riguardo alla mia posizione rispetto a quanto ho detto:
io non ritengo personalmente responsabili di alcunchè le singole persone coinvolte in questo sistema malato di cose, essendo profondamente convinto che è il sistema che genera i mostri e non viceversa.
Come si è già detto l'alternativa attuale è tra il fare, sapendo di nuocere a moltissimi ed il non fare sapendo di non alleviare le sofferenze di tutti. Il fare bene è semplicemente precluso.
La mia conclusione è proprio questa:
se questa riforma deve essere attuata e fatta in questo abominevole stato di cose, con questi mostri generati da questo sistema mostruoso, forse è il caso di rinviarla, perchè i presupposti sono così poco chiari per le prospettive future, da una parte mancando totalmente un progetto esecutico dettagliato con calcoli attendibili circa il carico da sopportare, la massa di ore-lavoro rappresentata dal monte ore dei nostri contratti, da redistribuire e le eventuali manovre correttive in corso d'opera e dall'altra è così alto il rischio di disperdere e mortificare l'enorme esperienza accumulata e l'apporto delle giovani generazioni, da non giustificare questo salto nel buio, buio illuminato solo dalle false luci di proprietà di chi ci governa.
Ma visto che le leggi ed i decreti sono stati emanati, vediamo cosa possiamo fare per nuocere il meno possibile alla formazione musicale di questo paese, e al contempo rallentare questo treno impazzito. Per farlo dobbiamo restare uniti, essendo numericamente insignificanti, e quindi evitare di avvicinarsi individualmente e di nascosto alla scialuppa di salvataggio più vicina.
Termino coll'esortarvi non solo a dubitare ma addirittura ad ignorare le cose che vi ho appena detto, a prendere con le pinze quelle che vi hanno detto o diranno gli altri colleghi e soprattutto a cercare di informarvi per conto vostro perchè l'unica risorsa autentica dell'umanità è data dall'enormità di interpretazioni possibili della realtà. Mi spiego: il conformismo, la normalizzazione, la standardizzazione, il pensiero unico, i dogmi religiosi, il bipolarismo e tutto ciò che riduce e tenta di riordinare, di far rientrare nella stalla del consueto e del condivisibile, cerca di ammazzare, per fortuna inutilmente, la ricchezza del caos e dell'imprevedibile.
Solo da docenti informati e consapevoli potrà nascere una riforma utile al Paese.
Solo da miliardi di teste pensanti autonomamente potrà nascere un nuovo sistema economico e politico.
Vincenzo Grossi
docente di Teoria musicale