IL MAGGIORITARIO, IL PROPORZIONALE E L'OROSCOPO.

 

    La democrazia parlamentare ha i giorni contati, il maggioritario che prometteva, con l'alternanza tra due blocchi la possibilità di provare l'una e l'altra cura a distanza di 5 anni, si è già rivelato una presa in giro: il numero di partiti si è moltiplicato esponenzialmente, una volta eletti i deputati si sentono tutti aghi della bilancia e si vendono al miglior offerente. La democrazia parlamentare ha trovato nel maggioritario solo un modo per prolungare la sua agonia.

    Il problema della crisi del sistema parlamentare a rappresentanza più o meno proporzionale risiede nella artificiosa divisione in partiti: il modo di dire "per partito preso" illustra efficacemente il problema insanabile della divisione in partiti, una volta "preso un partito" tutto ciò che fa o che dice l'altro è pregiudizionalmente sbagliato, una legge discreta , che cioè potrebbe avvicinarsi al desiderio della stragrande maggioranza dei cittadini, non verrà mai presa in considerazione per stupidi ma determinanti scopi politici. Il gioco della contrapposizione partitica favorisce solo la sopravvivenza degli stessi apparati, ma ostacola gravemente e continuamente la legislazione.

    Nel sistema parlamentare non c'è alcun nesso tra cio che si decide e si emana e ciò di cui il senso comune suggerirebbe l'urgente soluzione. Tutto viene visto con l'occhio del cronista di nera: appena un maniaco uccide un bambino, scatta la leggina antipedofilo, se c'è un grave incidente aereo si intensificano i controlli.

 

    Immaginiamo un parlamento dove un deputato, eletto in base ad un suo singolo progetto di legge, lo presenti all'assemblea al suo turno e gli altri debbano esprimere il loro parere ed il loro voto, secondo le proprie singole idee.

    Sto parlando di persone che tutte hanno speso soldi e tempo per promuovere la propria idea originale di riforma, persone che esistono ma che non accetterebbero mai di andare a fare i portavoce di un altro.     Singoli uomini e donne che in prima persona sostengono una loro visione di un particolare problema e alle quali un numero consistente di elettori ha voluto credere.

 

    Oggi votiamo uno o l'altro a caso, magari leggendo l'oroscopo, o perchè grosso modo ci sentiamo più convinti da quella o quell’altra mozione, una sorta di Taoismo dove non conta tanto la decisione da prendere, perché in fondo ciò che oggi può apparire vantaggioso tra 10 anni potrebbe diventare disastroso e non ci è dato saperlo.

 

    Il lasso di tempo considerato dai padri del sistema politico utile per varare riforme e imprimenre una direzione in un senso o nell'altro, si è sempre rivelato solo l'intermezzo tra una campagna elettorale e la seguente. Quindi nessuno degli eletti si accollerà mai scelte necessarie ma impopolari, quando sa che nel migliore dei casi i benefici tangibili di quella riforma li si vedranno tra 6-8 anni, proprio quando cioè c'è il rischio che di questi benefici ne goda l'altra parte politica.

 

    D'Alema tutto questo lo aveva certamente capito ed il suo progetto politico era quello di cercare di dare all'Italia un sistema in grado di non essere ricattato da zeri con la virgola in percentuale, ma si è illuso che Berlusconi fosse un galantuomo, che rispettasse la parola data, che ringraziasse per non averlo buttato fuori dal parlamento.

 

    In questo stato di cose, comunque vadano le europee ( 2004) e le politiche (2006?) nulla cambierà. Soprattutto perchè Berlusconi gioca in difesa, e chi si intende di strategia sa che a parità di forze ( leggi simili percentuali , simili programmi di conservazione della croce e del sangue di cristo, del bello e del buono) vince chi sta in difesa. Se l'alternativa non è credibile, si preferisce restare col pessimo di oggi nella speranza che nel prossimo futuro le cose maturino in modo da cambiare.

 

    L'unica piccola novità del panorama politico degli ultimi anni è stata quella di un ritorno del movimentismo.     Ma ahimè alla fine si sono resi conto che comanda chi siede in parlamento, che le proteste in tivu non le fanno neanche vedere, che la giacca e cravatta sono ancora e sempre più rassicuranti di una kefiah palestinese.

 

    Guardando la politica un po' più da lontano, nel tempo, io vedo che ci troviamo nella fase discendente ed autolesionista del capitalismo avanzato, dove l'unico metro per valutare il rendimento è il tasso di crescita economica: se cessa di crescere c'è "recessione", se è stabile neanche va bene perchè c'è stagnazione, solo se cresce c'è "ripresa". E tutti i partiti vogliono "la ripresa economica" da Rifondazione a Mussolini.

 

    La presa di coscienza è vero che qualche rallentamento in questo processo di degrado continuo lo ha procurato, oggi si parla di "sviluppo sostenibile", quando per ottenere dei sensibili miglioramenti della qualità della vita sarebbe necessario prendere coscienza che lo sviluppo, in se e per se non solo non è mai sostenibile ma è concettualmente sbagliato in un sistema chiuso di energie e materie non rinnovabili.

 

    Per la necessaria espansione di mercati si è contagiato l'estremo oriente, spingendoli verso il baratro del capitalismo, per poi lamentarsi se la voracità dei cinesi ha messo in crisi il mondo sviluppato. Per poi lamentarsi se la tradizione islamica , arcaica quanto si vuole ma una delle alternative esistenti e con diritto di progettare il proprio eventuale rinnovamento cuturale ed economico politico, si è sentita aggredita dalle merci in scatola delle multinazionali ed ha prodotto una sua difesa, estrema e violenta, ai loro occhi, quanto l'aggressione subita.

 

    Il successo di Berlusconi è dovuto principalmente al fatto, in se positivo, che i cittadini vogliono tutti fidarsi di una persona, invece di ormai morti sistemi di pensiero. L'errore tragico è solo quello di essersi fidati della persona meno indicata, un finanziere sull'orlo del fallimento.

 

    E' oggi inutile votare delle persone che si conoscono anche personalmente e di cui ci si fida ciecamente, in quanto il sistema politico condiziona totalmente la libertà di pensiero dell'eletto, ma a mio avviso è l'unica strada percorribile se contemporanea ad una riforma generale del sistema parlamentare. Cosa ovviamente improponibile se non si vuol diventare presidente dei DS.

 

    L'unico modo per cambiare le cose è accelerare il processo naturale di dissoluzione, votando i partiti minori ed in questo modo costringere la classe politica ad essere impossibilitata a costruire un benchè minimo programma comune. Ma in questo modo si favorisce l'unità monolitica del berlusconi, forte dei soldi e delle vittorie ottenute, o anche solo "trasmesse". Allora è forse meglio fare ciò che Berlusconi non vuole, essere costretto ad accontentare tanti piccoli squaletti suoi simili.

 

    Votate i piranha del centro destra, che crescano e sbranino il maiale che li foraggia.

 

    Comunque auguro le peggiori maledizioni a quegli scemi, imbecilli e sprovveduti che si sono fidati del presidente del milan: a causa loro per anni siamo e saremo costretti a pensare a come rimediare ai guasti e alla perdita di tempo rappresentata dall'attuale presidente del consiglio. Se si vogliono salvare e redimere che S.Gennaro li aiuti e che almeno diano il loro voto ai piranha.

 

10-06-2004