Satira politica: il caso Luttazzi

[da World Brain Storm http://it-it.facebook.com/topic.php?uid=105882226101953&topic=12]

La satira è assolutamente libera di dire qualsiasi cosa, non le spetta il dovere di fondare su certezze legali le proprie asserzioni nè può essere oggetto di censura. E' come a carnevale, la propria carta d'identità è smarrita, si accetta l'oscenità più grande o la si rifiuta ma non la si può censurare o sanzionare. Siccome Facebook è sottoposto a censura, per capire di cosa sto parlando vi rimando all'illuminante esempio di oscena satira politica di Daniele Luttazzi in Raiperunanotte del 25-03-2010: http://www.vincenzogrossi.it/altro/politica/Rai_per_una_notte_-_Luttazzi_1_2.flv http://www.vincenzogrossi.it/altro/politica/Rai_per_una_notte_-_Luttazzi_2_2.flv

In confronto agli altri interventi anche in altre precedenti trasmissioni di altri autori satirici, in questo esempio si vede chiaramente quanto sia devastante la forza dell'oscenità quando è messa a servizio dell'intelligenza per denunciare fatti pur noti a tutti. Il parallelo tra l'agire "politico" del premier e la sodomia pone su un piano così "personale", addirittura intimo l'ascoltatore che è impossibile non restarne coinvolti, perchè turbati.

E tutto questo, a mio parere ovviamente, è necessario per andare oltre il limite della giullarata tradizionale che non fa altro che vezzeggiare il sovrano facendolo ridere dei suoi tic, delle sue stesse manie, al punto da farlo perfino citare le proprie caricature macchiettistiche come nel sito istituzionale del Ministro Brunetta, che ha indetto perfino un concorso in tal senso.

La satira deve essere velenosa, oscena ed esagerata, deve dar fastidio oltrepassando qualsiasi limite di buongusto per colpire il proprio obiettivo, che non è, si guardi bene, il soggetto di volta in volta preso di mira, ma la nostra coscienza assopita.

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Si è aperta platealmente in Italia una strada ancora poco nota, quella delle vie parallele. Una corporazione, ancorchè sindacale, si è costruita il proprio "trionfo", invitando celebrità avverse al premier, ma perfettamente inserite nel suo mercato.
L'unica eccezzione l'insuperabile Luttazzi, che ha dato una lezione su cosa sia la satira sfidando senza rete direttamente il premier. Ora è il momento di fare quadrato intorno a lui, l'unico veramente esposto.

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Penso che le antipatie raccolte da Luttazzi siano frutto della sua grandissima personalità ed il rifiuto del consenso universale: cerca continuamente il conflitto con i luoghi comuni e la morale dominante, ognuno prima o poi viene pizzicato dove gli da fastidio!