Arrestate Dio. Ovvero della miopia del diritto penale.

 

Perché nel diritto penale è ritenuto maggiormente responsabile il mandante rispetto all’esecutore di un delitto ? Forse perché senza il progetto delittuoso il fatto non si sarebbe realizzato? E non si potrebbe obiettare che se l’esecutore si fosse deciso all’ultimo momemto di non premere il grilletto si sarebbe evitato anche in questo caso lo stesso delitto pur restando intatta la volontà omicida del mandante? O forse perché l’esercizio della volontà è appannaggio del solo mandante?

Ammessa una di queste o altre giustificazioni tese a far risalire la maggior colpevolezza al mandante, perché fermarsi solo ad esso. Il diritto è chiaro su questo punto: vige la responsabilità personale di chi compie un delitto, pur sapendo bene che le cause profonde di qualsiasi azione umana andrebbero ricercate all’infinito pregresso, nelle storie personali con i loro disagi e sventure, quando invece tutto ciò che precede il delitto (un padre sadico, una madre alcolizzata, un parroco pedofilo) rientra tutt’al più nelle cosiddette attenuanti generiche uguali per tutti. Eccezzion fatta che per gli omicidi su commissione o con una accertata volontà ispiratrice fondante il delitto. Allora la responsabilità personale dell’assassino cessa di valere e lo stesso viene reputato come mero strumento di una volontà terza. Come se al malcapitato assassino di turno in quel momento e in quel contesto fosse toltà ogni volontà di decidere dele proprie azioni.

E’ vero che chi materialmente commette il fatto viene comunque pesantemente condannato, ma sempre in misura minore rispetto al mandante. E’ anche vero che l’intento del legislatore non è tanto quello di sostituirsi al giudice supremo ultraterreno quanto quello di scoraggiare chi pensa di farla franca facendo fare il lavoro sporco a qualcun altro. Infatti ormai la pratica del delitto su commissione è rimasta in auge solo nella malavita organizzata; i privati se l’ammazzano con le proprie mani le proprie vittime.

A dire il vero c’è anche un’altra branca del delitto dove vige ancora la maggior responsabilità del mandante rispetto al mandatario: il terrorismo. Mi riferisco al caso Sofri, dove l’esecutore materiale reo confesso viene scarcerato per decorrenza dei termini o altra improrogabile scadenza giurudica ed invece i“presunti” e non confessi mandanti vengono accusati e condannati esclusivamente in base alla confessione del reo. E’, a mio avviso, questo il caso più emblematico della miopia del diritto penale: addossare a chi forse in un momento di rabbia per il presunto omicidio dell’anarchico Pinelli addebitato a torto o a ragione all’ufficio del commissario Calabresi, lo abbia additato come bersaglio del proprio odio, a chi abbia preso in mano una pistola, magari per ingraziarsi i capi della banda politica, ed abbia autonomamente deciso che quelle parole dovevano essere messe in pratica.

C’è un altro caso, che per contesto, personaggi e soprattutto esito giudiziale, pur trattandosi di delitto su commissione, è simmetricamente opposto. Si tratta del caso di un uomo che su istigazione di un mandante occulto, a sua volta creatura di un altro mandante, ha ucciso il proprio fratello. L’assassino reo confesso ha scontato la pena prevista, e questa pena è stata addirittura erogata a tutta la sua futura progenie. Ma quello che sconcerta è che ad erogare la pena sia stato nientemeno che il mandante superiore. A differenza del diritto penale oggi in vigore, ciò è stato reso possibile grazie all’asserzione netta e senza attenuanti di sorta della responsabilità personale, all’epoca dei fatti chiamata “libero arbitrio”. Come avrete capito si parla di Caino, Abele, il Diavolo istigatore e il di loro creatore Dio. Ma la legge non è uguale per tutti? Visto che Caino ha pagato la pena insieme a noi tutti, e che a differenza della sua breve vita gli altri personaggi superstiti sono immortali anche se senza fissa dimora e per questo inrintracciabili, io modestamente proporrei una di due possibili soluzioni per fare giustizia: arrestate i mandanti Dio ed il Diavolo, o in alternativa scarcerate Sofri e Bompressi.

Anche se sospetto che l’addebito a Dio & C sia ormai caduto in prescrizione. A meno che non rientri nella casistica europea del “delitto contro l’umanità”, reato non prescrivibile. E a ben vedere … proprio di questo si tratta.

Bisogna inoltrare un esposto al tribunale dell’Aja. Ricordiamocene.

 

(5 Novembre 2007)