La realtà di Facebook

La condivisione dell'esistenza e delle emozioni da essa creata, era legata alle sfere sociali nelle quali l'uomo di un tempo era immerso.

La sfera familiare, quella del contatto quotidiano con i propri consanguinei ne era l'ultimo fortino prima della pazzia, ed il primo avamposto verso l'altro da se. La condivisione delle tragedie era muta, fatta di abbracci e di rari fuggevoli sguardi per non turbarsi a vicenda ancora di più.

Immediatamente fuori questa sfera iniziava l'annacquamento delle sensazioni, con la sfera parentale allargata, quindi gli amici, fin giù ai conoscenti.

Esterna a tutte le altre era la sfera della “piazza”, quella del paese, l'unica piazza degna di questo nome.


          Oggi non è più così, la realtà è cambiata ma è pur sempre realtà, non virtualità.

La lettera scritta a mano, che comunicava la disgrazia al parente lontano, intrisa di lacrime che scioglievano l'inchiostro è diventato il proprio stato su facebook, col quale si tenta di comunicare al mondo intero la propria sofferenza, in qualche modo cercando di supplire all'imponderabilità inaffidabile di qualsiasi mezzo di comunicazione, dall'abbraccio al bacio allo sguardo compreso, mediante l'accresciuta possibilità quantitativa di possibili contatti. Intendo dire che superata la sfera della famiglia ristretta, già nella quale persino il fratello o la sorella possono covare pensieri inconfessabili (eredità, gelosie ed altro) legati alla perdita di un genitore, si entra nel mondo dell'ipocrisia e della possibile affettazione-recitazione di un sentimento di condivisione del dolore. Quindi, sapendo questo, che già chi credi vicinissimo a te può nasconderti o mentire, che male c'è a lanciare le proprie lacrime rinchiuse dentro una bottiglia e questa nel mare dei social-network? Forse qualcuno la fuori nel mondo reale che si interfaccia mediante la tecnologia digitale può vibrare all'unisono con le tue sensazioni e condividere realmente, senza ipocrisia, anche senza averti mai incontrato di persona, senza mai aver ascoltato persino il suono della sua voce. Questa, anche questa di Facebook è realtà, come quella fisica, fatta anche di menzogne e piagnistei, è la realtà allargata di oggi.