Teatro del presente

Primo spettacolo

 

(scena vuota, un posto qualsiasi, luce naturale o artificiale d'ambiente se di sera)

-Entra lui da destra, si accorge del pubblico lo guarda negli occhi, lo cerca, anche ai lati se la scena è centrale. In silenzio sorride e saluta quando riconosce qualcuno, sempre in silenzio senza affettazione, naturalmente.

Poi si ferma al centro della scena e guarda verso il lato opposto, aspettando che entri lei.

-Entra Lei, imbarazzata o spavalda, sincera o finta come è l'attrice nella quotidianeità.

Anche Lei guarda verso il pubblico e saluta a suo modo una per una le persone che riconosce. Poi si rivolge a Lui.

Sono l'uno di fronte all'altra, si abbracciano come conoscenti, bacio sulle guance, poi si ritraggono, Lui la invita a sedersi. Si siedono per terra frontalmente incrociando le gambe.

-Qualche gesto, qualche sorriso, qualche sospiro. Si guardano un po' distrattamente intorno. Evitano qualsiasi parola di senso compiuto, ma possono emettere brevissimi dittonghi o bisillabi sensa senso, assolutamente incomprensibili “proda!” “mastù” con grandi intervalli di silenzio e senza ripeterli mai. [si deve cercare di provocare una ricerca di senso del dialogo nello spettatore ed eluderne sistematicamente la comprensione].

-Quando, per qualche parola particolarmente simpatica, uno dei due inizia a sorridere o a ridere apertamente, si continua inseguendo la risata reciproca, possibilmente senza fingere mai, ma cercando di trattenersi, affinchè le risate siano poi chiaramente udibili e possibilmente coinvolgenti.

-Finita la scena ridente dopo qualche minuto di noia, uno dei due si alza e fa per andarsene.

-L'altro, dopo che il primo si è già alzato in piedi e ha fatto qualche passo, emette un richiamo dolente.

-Il primo si ferma poi dopo un po' si volta, guarda l'altro e fa per andarsene definitivamente, ignorando l'altrui lamento.

-L'altro scatta in piedi e gli corre dietro, lo prende per mano e lo riporta a sedere al centro

-Sono di nuovo l'uno di fronte all'altro, in silenzio, il primo china la testa mentre l'altro continua a guardarlo ed interrogarlo con gli occhi

-Lui scuote leggermente e lentamente la testa, sempre chinata verso il basso, in silenzio.

-Lei emette qualche brevissimo lamento interrogativo. Poi tace anche Lei.

-(pensare entrambi a se stessi, autocompatirsi fino a scoppiare in lacrime o a singhiozzare anche in silenzio, aspettando il tempo che ci vuole, se è un autocompassione rabbiosa mostrarla apertamente fino anche ad urlare se lo si sente veramente. Non guardare mai il pubblico e neanche l'altro, rinchiudersi in se stessi, magari voltandosi da un'altra parte)

-solo quando l'atmosfera ha raggiunto un pathos sufficiente, uno dei due si rivolge verso l'altro, gli/le si avvicina e lo abbraccia

-Lui si alza ed aiuta Lei ad alzarsi, sempre abbracciati, e lentamente, fermandosi ogni tanto, escono di scena.


 

Fine (2010-01-21)

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in questi tre giorni di fine settimana a Bologna c'è una rassegna di videomusicelectrotechno, insomma le porcherie di cui mi interesso.

Ho pensato di andarci, poi ho navigato nel sito, visto qualche video dei partecipanti e mi è venuta la nausea. Questa gente, giovanissima, variamente agghindata, che cerca di darsi un tono tra alambicchi e sensori, con luci ed immagini sconclusionate, asincrone, insomma un finto-vuoto. Ed ho pensato a come potrebbe essere uno spettacolo anti-techno estremo, un "vero-vuoto".

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L'essenzialità è il recupero delle idee a dispetto delle tecnologie che vorrebbero spacciarsi per tali, sostituire le idee. Ad iniziare dalla tecnica più antica, quella del linguaggio verbale, vero strumento di dominio e di divisione in razze e caste.

La condivisione è ancora possibile se si toglie il superfluo, le sovrastrutture delle mode compresa quella della rincorsa dell'attualità. Quando lo sguardo non è piuù distratto dai luccichii e l'orecchio portato via dal rumore, l'attenzione si concentra su noi stessi, si continua a cercare il significato ma con così pochi elementi a disposizione si è costretti a sforzare l'immaginazione, a scavare nel proprio Io. Ogni evento diventa possibile ogni situazione emotiva plausibile e la curiosità, l'interesse, crescono perchè si resta increduli di fronte all'estrema semplicità delle cose.

Non è di certo originale ma sarei curioso di tentarlo.

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Un teatro del noioso ma a volte misterioso presente, in controtendenza al teatro del "bel passato" e dello "straordinario futuro" [il teatro di fantascienza in realtà non è mai quasi esistito, legato comè questo genere di rappresentazione al passato prossimo o a quello mitico metastorico].

Il voluto infrangere iniziale della quarta parete con i saluti ai conoscenti è un modo per determinare il tempo presente della rappresentazione, dove "l'altro" incontrato sulla scena è uno degli “altri” presenti intorno/davanti, solo più prossimo al "primo"[attore]. Da questo punto in poi "il pubblico" diventa il popolo degli esclusi o semplicemente dei disinteressati a noi che può o meno incuriosirsi del nostro incontro ed accontentarsi di esserne spettatore voyeuristico. Magari con l'illusione che poteva capitare a lui di essere il più vicino.

Si può rappresentare ovunque, senza appuntamento ed ora stabilita d'inizio, magari replicare in posti diversi, aspettando per le scene salienti che si formi un nucleo di attenzione spontaneo.

Bisogna decidere solo (?) cosa fare, come rispondere alle possibili provocazioni/ interazioni del "pubblico".

Temo sia difficile chiedere soldi per una cosa del genere.

Come dici tu il teatro e anche la musica sono sempre più autoreferenziali, è l'autismo dell'arte: una malattia incurabile. Io ho un problema di intossicazione da virtuale ed un estremo bisogno di ricontattare il presente e di individuare meglio il mio presente. Ma il terrore di poterlo conoscere per quello che è mi porta ad avvicinarmi ad esso in modo mediato, con questo "teatro del presente", una rappresentazione del reale che si avvicini per successive approssimazioni a quello che il reale è veramente, nella maniera meno dolorosa possibile. C'è un collega che si vuole comprare la TV 3D... quali altre droghe si inventeranno per tenerci in questo sistema attaccati ad una flebo di semi-vita?